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L'albero intricato
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Quammen, David

L'albero intricato

Milano : Adelphi, 2020

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David Quammen è lo scrittore e divulgatore scientifico statunitense che nel 2012, quando pubblicò Spillover: Animal Infections and the Next Human Pandemic, divenne anche profeta, preconizzando l’arrivo di un virus zoonotico, incombente minaccia per la nostra specie, e proiettandosi inconsapevolmente nella pandemia che, sette anni dopo la pubblicazione del libro, avrebbe coinvolto le vite di tutti noi. Ma le rivelazioni non sono ancora finite.
L’albero intricato di David Quammen ripercorre l’assemblamento dell’albero della vita a partire dai primi tentativi, delineandoci i ritratti di tante menti, troppe e troppo importanti per essere condensate in poche righe. Il linguaggio utilizzato, rapido e immediato, è tanto incalzante da sfumare i contorni di alcuni di essi, nonostante il ruolo cruciale che il loro apporto assunse nel panorama scientifico mondiale.
Alcuni di loro, tuttavia, vengono disegnati a tratti più marcati, come Charles Darwin e i suoi viaggi sull’HMS Beagle, Lynn Margulis e la teoria dell’endosimbiosi, Ford Doolittle e i suoi alberi non-alberi.
Tra questi, però, particolare riguardo è riservato a Carl Woese, che potrebbe essere considerato il vero protagonista del libro, le cui scoperte scossero le fondamenta della filogenesi con una portata potenzialmente enorme, ma mai coronata dal Nobel. La scoperta di un terzo dominio, quello degli Archea, organismi unicellulari antichissimi, differenti dai batteri per l’assenza di peptidoglicano nella parete, seppure da sempre considerati tali, secondo Woese avrebbe dovuto creare una rivoluzione pari a quella scatenata da Darwin, ma che forse fu offuscata proprio dal suo carattere scostante.
In uno scenario tassonomico radicalmente mutato rispetto a quello dei secoli precedenti, si colloca un fenomeno altrettanto significativo, se non sconvolgente: il trasferimento genico orizzontale (HTG), ossia il “salto” di sequenze di DNA capaci di replicarsi in nuove posizioni del genoma di cui fanno parte o di quello di altre specie.
Conosciuto sin dai primi anni del Novecento, non se ne era mai capita l’importanza e per questo venne relegato nella posizione di evento estremamente raro e possibile solo tra batteri, fino a quando non se ne capirono il reale raggio d’azione, molto più ampio del previsto, e le autentiche e inaspettate conseguenze che ci riguardano più di quanto ci aspettassimo, con effetti anche notevolmente gravi. A tal proposito, basti pensare alla resistenza agli antibiotici, capacità trasmissibile mediante questa forma di eredità infettiva.
Pagina dopo pagina si dissolve ogni certezza, in un graduale processo guidato da una curiosità naturale, nutrita da parole fresche e genuine che trascinano il lettore fino all’ultimo capoverso, al termine del quale permane il sapore di un’inattesa e destabilizzante consapevolezza. Il modo di guardare noi stessi è sempre stato sbagliato e ora non possiamo fare a meno di mettere in discussione ogni dogma, persino la nostra stessa individualità. Ci sembra quasi di riconoscere nel nostro riflesso una musiva molteplicità, a volte inquietante e altre stimolante, che rimarrà in noi come una sopita cognizione, sebbene abbia ormai lasciato le sue impronte.
Carolina Faramondi, 3D, Liceo Vailati, as 2020-21

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